giovedì 18 settembre 2008

It matters.

Settembre inoltrato... un nuovo anno accademico alle porte, qualche progetto (irrealizzabile??) e la solita incrollabile speranza che il futuro sia migliore del presente.
C'è un esame da dare, ma non c'è la voglia, la costanza di stare a studiare e poi c'è una voce che ti dice di partire. Non è che abbia proprio cominciato a sentire le voci, il fatto è che non passa un giorno senza che la mente vagli la possibilità di andar via. Anche adesso. Abbandonare tutto per un po', non per sempre, ma per quanto basta a staccare dalla vita e da me stessa.
E poi c'è un'altra voce, questa volta non nella mia testa, che continua, imperterrita e rassicurante, a sognare NYC. Sei davvero imperterrita, mia cara, ma è così rassicurante sapere che parteresti con me e lo faresti subito. Sta diventando una mania, vedi(amo) NY ovunque... America, America, America, America!!
Fino al fatidico Ottobre 2005, l'America era uno tra i posti che meno mi attraevano, NY una città freddo e vuota in cui non pensavo nemmeno lontanamente di andare... come cambiano le cose... come è facile farsi coinvolgere, trasportare, condizionare da pochi splendidi giorni.
Dovremmo ringraziare (o rimproverare?) la cara Ales ("Che palle! Si può dire o no??) per tutto questo... se non ci avesse portato in America riesci ad immaginare quante cose sarebbero state diverse?? Niente urgenza di tornare a NY, niente smania di andarci a vivere per un po', niente Ray... sarebbe stato un male o un bene?
Chissà come sarebbe stata la nostra vita adesso... diversa, senza dubbio, forse un po' più vuota o magari solo più "in pace".
Trovo che siamo esattamente peaceless, senza pace.
Il bisogno di essere altrove, con persone diverse, con persone censurate... giusto? non fa mica bene, non fa bene proprio per niente.
E nonostante questa disarmante consapevolezza ci ostiniamo a sognare l'America, a sognare New York; nemmeno ci aspettassimo di vedere soldi crescere sugli alberi, animali e ortaggi spropositatamente grandi e fiumi di latte...
...i fiumi di latte mi piacerebbero! Lascirmi trasportare da vortici bianchi e leggeri... si, lo so a cosa stai pensando, al fatto che il latto sarebbe sprecato senza una montagna di biscotti e di cacao!! Incorreggibile.
Non so, febbraio è così lontano... e ho paura che tutte le nostre speranze di viaggi e avventure rimarranno solo illusioni.
Non c'è dubbio che un giorno riusciremo a tornarci, ma hai ragione te, io non voglio partire un giorno, voglio partire adesso.
E' ora che dovremmo andarci, ora che dovremmo prendere un aereo che ci porti lontano.
Maledetto aereo, se solo non costasse così tanto sarebbe molto più semplice prendere e partire. E invece NY deve trovarsi proprio a 6000 (e rotti) km di distanza e noi, nella cara vecchia Europa, dobbiamo proprio rimanere qui a mangiarci le mani (preferisci qualcosa di più succulento?!?!).
Sob... A volte qui è tutto così triste...
Partire Partire Partire. E' un'esigenza. E' un'urgenza. E' la nostra droga.

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