domenica 31 gennaio 2010

Felicità - Fabio Volo

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...
La felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose...
E impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi...
E impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore...
E impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

martedì 19 gennaio 2010

Confused

Ma la tristezza durava, immersa nella sabbia, correva sul mare, urlava sulla scogliera.
"Perchè sei così triste, donna?"
"Non sono triste. E' così"
"E' così forte che non puoi dimenticare?"
"E' così"
"Allora?"
"Allora fa male"
"Senza più sapore in bocca"
"Fa male"
"Senza gioia nel cuore"
"Fa male"

domenica 10 gennaio 2010

NeWyEaR

Nuovo anno. 2010. Da 10 giorni.
Anno della partenza. Poco più di un mese e mezzo e si parte! Son contenta di partire, son contenta di fuggire, son contenta di vivere altrove per un po'.
Penso che sentirò la mancanza di qualcuno, di una conversazione leggera o di una un poco più seria... ma non lo so, sento che partire mi farà bene.
Un po' di vita nuova, fresca e, perchè no, leggera.
2010. Anno nuovo.
Inaugurarlo con un mare d'acqua salata non è forse stata la migliore delle idee... forse perchè non è stata affatto un'idea... so silly!
Piangere tra due braccia amiche, aggrapparsi disperatamente ad un salvagente, farsi portare a riva...
Quasi sorrido di quella bambina incerta, uscita allo scoperto così all'improvviso. Arrivata da lontano, spossata dal lungo viaggio e così inconsapevole del futuro, delle persone, di se stessa.
Animo inquieto, animo incerto. Perchè piangere poi?
Lo sa, non lo sa. Non lo vuole sapere, non lo vuole indovinare.
Capire tutto, ma non capire niente.

Le parole del mare

"E il mare era per me, e lo è ancora, la più promettente e seduttiva pagina bianca. La pagina non ancora scritta, il sogno non ancora realizzato, il desiderio no nancora estinto, la fuga non ancora portata a compimento, l'assenza che suggerisce la presenza, l'inizio che non ha fine. Nella sua distesa luminosa e sconfinata, nei suoi abissi sconosciuti, diventa facile e quasi inevitabile trovare una metafora vivente alla propria irrequietezza, all'istinto di libertà, alle paure e all'inesplorata e profonda regione dell'anima".