C'è qualcosa di sbagliato.
C'è tanto di sbagliato nel vedere e sentire un uomo star male.
C'è tanto di sbagliato nel non poter far nulla per rimediare agli scherzi della vita.
Parli con parte del tuo passato, parli con parte del tuo futuro e ci sono silenzio e urla.
Silenzio e urla.
Gridano entrambi e non sono capace di farli smettere.
Il mio cuore sta scoppiando e uscendo fuori con tutte queste lacrime, mi hai detto. Vorrei raccogliere quelle lacrime una ad una, ricomporre quel cuore e porgertelo. Nuovo. Forte.
C'è qualcosa di sbagliato nel non sapere, nel non capire, nel non essere abbastanza.
Nella desolazione che vedi, in quella che senti, in quella che c'è non so indicarti un luogo abbastanza solido da potertici aggrappare. Ti tendo la mano, ma forse è lontana, difficile da afferrare.
Come posso darti la forza di tenere duro, di resistere e caricarti ancora su quelle fragili spalle tutto ciò che di sbagliato ti cade addosso?
Me lo domando. Mi struggo pensando a come poter essere salvagente.
E' così difficile essere il salvagente.
E' ancora più difficile, mentre stai annegando, trovare lo slancio necessario ad afferrare il salvagente. Abbandonarsi alla corrente non è tentazione irresistibile?
Vorrei che resistessi ancora un poco.
Vorrei poter essere se non la nave che ti porta in salvo, almeno la piccola zattera che ti sostiene per un po'.
Sento stupide le mie miserie inutili, che pure mi travolgono a volte senza pietà e penso che in fondo non sono niente, non valgono niente.
E penso a te. Penso a voi.
E vorrei essere salvagente. Vorrei esserlo per entrambi i miei tristi giovani uomini.
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