And why not death rather than living torment?
To die is to be banish'd from myself:
And Silvia is myself:banish'd from her
Is self from self: a deadly banishment!
What light is light, if Silvia be not seen?
What joy is joy, if Silvia be not by?
Unless it be to think that she is by
And feed upon the shadow of perfection
Except I be by Silvia in the night,
There is no music in the nightingale;
Unless I look on Silvia in the day,
There is no day for me to look upon;
She is my essence, and I leave to be
If I be not by her fair influence
foster'd, illumined, cherish'd, kept alive.
(William Shakespeare,
Two Gentlemen Of Verona. Atto III, scena I)
lunedì 31 marzo 2008
venerdì 21 marzo 2008
giovedì 20 marzo 2008
Americans
Circa tre settimane fa ero in treno, di ritono da una pulitissima, ma un po' spenta Trento. Vagavamo, io e mia sorella, tra i corridoi affollati, quando finamente abbiamo scovato due posticini in uno scompartimento miracolosamente sfuggito alla massa di chiassosi viaggiatori di ritorno dalla settimana bianca...
In quello scompartimento abbiamo conosciuto due ragazzi americani, Jimmy e Jeremy, due soldati dell'American Army a spasso per l'Europa e diretti a Firenze.
Abbiamo chiacchirato del più e del meno, di chi fossero, da dove venissero, cose così...
Dopo due missioni in Iraq di 15 e 13 mesi, avevano deciso di prendersi una vacanza... Francoforte, Monaco, Praga e Firenze... per poi far ritorno a casa, a Woshington DC.
Scivolando tra un argomento e l'altro, siam finiti a parlare di politica.
Politica e guerra.
La guerra... l'avevano vista, ma ne parlavano con una strana ed inaspettata leggerezza...
Jimmy ci ha lasciate per un attimo interdette... diceva esser stato più difficile "sopravvivere" ad una serata a base d'assenzio a Praga piutosto che alla guerra.
Jeremy raccontava e parlava con più serietà e intelligenza... rifletteva... trovava strano ed innaturale che durante le vere e proprie azioni di guerra fossero morti così pochi soldati, mentre durante l'opera di ricostruzione ne fossero stati ammazzati a migliaia.
5 anni dall'inizio della guerra e 4000 soldati americani uccisi.
I civili non erano nelle sue parole presenti.
In quelle parole non c'era però cattiveria, nè sete di sangue o brama di potere. No, affatto.
C'era qualcosa di diverso... c'era la reale convinzione di essere nel pieno diritto di trovarsi laggiù...
C'era la convinzione di star facendo un'opera nobile e generosa, di cui essere orgogliosi.
Accusava i media di raccontare solo gli aspetti truci e negativi del conflitto e del comportamento dell'esercito americano, senza prestar attenzione a ciò che di buono stavano facendo... come la ricostruzione di scuole e acquedotti...
Le sue parole mi hanno fatto venir la sensazione che quei due ragazzi, come tanti altri, non fossero altro che burattini, i cui fili erano mossi da qualcuno ben al di sopra di loro.
Gli abbiamo ricordato di Guantanamo Bay, di Abu Ghraib, gli abbiamo domandato se pensava che anche quello fosse giusto.
Ha risposto che non era giusto, ma che l'esercito americano era uno di quelli che i prigionieri li trattava meglio... che in molti paesi accadevano cose ben peggiori. Si, certo, ma può bastare questo a giustificarli?
C'era dell'altro nelle parole di quel ragazzone, c'era amarezza.
Ha detto che sarebbe stato bello viver in un mondo senza conflitti nè guerre, in cui tutti potessero star bene, in cui tutti avessero diritto a cure gratuite, ad un lavoro, a serenità. Ma ha anche detto che questa era pura utopia, che il mondo non era così.
Ovvio. Nessuno ha la pretesa di veder in un attimo trasformarsi il mondo in un piccolo paradiso felice. Nessuno ha la presunzione di pensare che in un momento tutte le persone si trasformino in esseri corretti e tolleranti, giusti ed onesti. No.
In quello scompartimento abbiamo conosciuto due ragazzi americani, Jimmy e Jeremy, due soldati dell'American Army a spasso per l'Europa e diretti a Firenze.
Abbiamo chiacchirato del più e del meno, di chi fossero, da dove venissero, cose così...
Dopo due missioni in Iraq di 15 e 13 mesi, avevano deciso di prendersi una vacanza... Francoforte, Monaco, Praga e Firenze... per poi far ritorno a casa, a Woshington DC.
Scivolando tra un argomento e l'altro, siam finiti a parlare di politica.
Politica e guerra.
La guerra... l'avevano vista, ma ne parlavano con una strana ed inaspettata leggerezza...
Jimmy ci ha lasciate per un attimo interdette... diceva esser stato più difficile "sopravvivere" ad una serata a base d'assenzio a Praga piutosto che alla guerra.
Jeremy raccontava e parlava con più serietà e intelligenza... rifletteva... trovava strano ed innaturale che durante le vere e proprie azioni di guerra fossero morti così pochi soldati, mentre durante l'opera di ricostruzione ne fossero stati ammazzati a migliaia.
5 anni dall'inizio della guerra e 4000 soldati americani uccisi.
I civili non erano nelle sue parole presenti.
In quelle parole non c'era però cattiveria, nè sete di sangue o brama di potere. No, affatto.
C'era qualcosa di diverso... c'era la reale convinzione di essere nel pieno diritto di trovarsi laggiù...
C'era la convinzione di star facendo un'opera nobile e generosa, di cui essere orgogliosi.
Accusava i media di raccontare solo gli aspetti truci e negativi del conflitto e del comportamento dell'esercito americano, senza prestar attenzione a ciò che di buono stavano facendo... come la ricostruzione di scuole e acquedotti...
Le sue parole mi hanno fatto venir la sensazione che quei due ragazzi, come tanti altri, non fossero altro che burattini, i cui fili erano mossi da qualcuno ben al di sopra di loro.
Gli abbiamo ricordato di Guantanamo Bay, di Abu Ghraib, gli abbiamo domandato se pensava che anche quello fosse giusto.
Ha risposto che non era giusto, ma che l'esercito americano era uno di quelli che i prigionieri li trattava meglio... che in molti paesi accadevano cose ben peggiori. Si, certo, ma può bastare questo a giustificarli?
C'era dell'altro nelle parole di quel ragazzone, c'era amarezza.
Ha detto che sarebbe stato bello viver in un mondo senza conflitti nè guerre, in cui tutti potessero star bene, in cui tutti avessero diritto a cure gratuite, ad un lavoro, a serenità. Ma ha anche detto che questa era pura utopia, che il mondo non era così.
Ovvio. Nessuno ha la pretesa di veder in un attimo trasformarsi il mondo in un piccolo paradiso felice. Nessuno ha la presunzione di pensare che in un momento tutte le persone si trasformino in esseri corretti e tolleranti, giusti ed onesti. No.
Ma avere la pretesa di indignarsi ed opporsi e rifiutare con tutto il proprio essere che un uomo venga torturato, picchiato, umiliato e spogliato di tutta la sua dignità, quello è possibile... quello è quasi un dovere.
sabato 15 marzo 2008
Il BLOG in 200 parole (più o meno...)
Di tutti i colori e le forme, ne esistono a migliaia e anche tu, che a mala pena ti ricordi come accendere il computer, ne avrai sentito certamente parlare...
Il blog non è altro che una pagina web a completa disposizione dell’utente (o blogger, è più figo!), in cui in un attimo è possibile pubblicare storie, immagini, video e quant’altro in completa autonomia. Si, ma come? Bhè, attraverso uno dei tanti siti (da blogger a splinder, da myspace a blogsome, la scelta è vasta...) che, gratuitamente, ti offrono la possibilità di aprire un blog, personalizzarlo e gestirlo assecondando la tua fantasia.
Insomma, un modo come un altro per condividere il tuo mondo con gli altri o anche solo per portare il pensiero in parola e vedere un po’ cosa succede dopo.
E ora qualche parolone tecnico: ogni articolo è generalmente legato ad un thread, in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e glorificare (o infamare, dipende un po’ dai casi) l'autore.
La sezione che contiene links ad altri blog è definita blogroll, l'insieme di tutti i blog blogsfera, mentre il permalink è quel link che ti collega direttamente a uno dei numerosissimi articoli che scriverai. Topic è semplicemente l’argomento di cui hai parlato e non ti spaventare sentendo il termine Template, non è altro che l’aspetto grafico del tuo blog!!
Numero parole: 222
Consiglio: Siccome questo post non ti sarà stato di alcun aiuto, è meglio che qualche altra informazione sui blog, se proprio sei a corto di risorse e nozioni, la cerchi...
Consilgio 2: Qualche informazione la puoi trovare sulla ormai onnipresente (almeno nelle ricerche degli studenti) Wikipedia (http://www.wikipedia.org/), tra i contenuti del sito del corso di informatica (http://infomedfi.pbwiki.com/) o sul sito http://www.commoncraft.com/, in cui si possono trovare diversi video su cos'è e come si usa l'informatica... Se proprio questo non ti convince, puoi sempre digitare nel tuo motore di ricerca quattro semplici letterine BLOG e guardare un po' cosa ti vien fuori...
Il blog non è altro che una pagina web a completa disposizione dell’utente (o blogger, è più figo!), in cui in un attimo è possibile pubblicare storie, immagini, video e quant’altro in completa autonomia. Si, ma come? Bhè, attraverso uno dei tanti siti (da blogger a splinder, da myspace a blogsome, la scelta è vasta...) che, gratuitamente, ti offrono la possibilità di aprire un blog, personalizzarlo e gestirlo assecondando la tua fantasia.
Insomma, un modo come un altro per condividere il tuo mondo con gli altri o anche solo per portare il pensiero in parola e vedere un po’ cosa succede dopo.
E ora qualche parolone tecnico: ogni articolo è generalmente legato ad un thread, in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e glorificare (o infamare, dipende un po’ dai casi) l'autore.
La sezione che contiene links ad altri blog è definita blogroll, l'insieme di tutti i blog blogsfera, mentre il permalink è quel link che ti collega direttamente a uno dei numerosissimi articoli che scriverai. Topic è semplicemente l’argomento di cui hai parlato e non ti spaventare sentendo il termine Template, non è altro che l’aspetto grafico del tuo blog!!
Numero parole: 222
Consiglio: Siccome questo post non ti sarà stato di alcun aiuto, è meglio che qualche altra informazione sui blog, se proprio sei a corto di risorse e nozioni, la cerchi...
Consilgio 2: Qualche informazione la puoi trovare sulla ormai onnipresente (almeno nelle ricerche degli studenti) Wikipedia (http://www.wikipedia.org/), tra i contenuti del sito del corso di informatica (http://infomedfi.pbwiki.com/) o sul sito http://www.commoncraft.com/, in cui si possono trovare diversi video su cos'è e come si usa l'informatica... Se proprio questo non ti convince, puoi sempre digitare nel tuo motore di ricerca quattro semplici letterine BLOG e guardare un po' cosa ti vien fuori...
venerdì 14 marzo 2008
Allen docet...
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro. Lavori quarant'anni finché non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finché non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni. E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!
giovedì 13 marzo 2008
Viaggiare...
A volte partire è la soluzione, altre solo un inutile tentativo di sfuggire a se stessi... Irrequitezza, triste insoddisfazione o cos'altro?
Mi han detto: "Silvia, bisogna assolutamente partire per New York!! Per forza!! Dai, andiamoci a vivere per un anno! Lavoriamo lì, dai, che sogno...Dai!!"
Un capriccio?
Partire e lasciar tutto.
La speranza di trovar qualcosa che sfugge.
La speranza di una leggerezza che sotto il cielo di Firenze ti manca... e non solo per via dello smog!!
Ma inevitabilmente tu, ragazzo che dalla vita ha avuto quasi tutto, abituato ad agi di cui a volte non ti accorgi, quando parti sai che presto o tardi sarai di nuovo a casa.
Bhè si, insomma, se sei nei casini o non ce la fai, puoi sempre tornare indietro e... voilà, tutto come prima...
...immensa consolazione e grande tristezza...
mercoledì 12 marzo 2008
martedì 11 marzo 2008
Primo step...
Non il primo in assoluto, visto che un blog esiste già, tuttavia:
- Ho visto che "Windows live... " non è, a ragione, molto apprezzato... e dal momento che quella sottospecie di blog che ho è stato fatto proprio con windows live, ho pensato fosse meglio cambiare...
- L'altro blog è privato... l'accesso è limitato a quattro gatti, perciò oltre a non poter, come ho letto nel blog del Prof., commentare, nessuno potrebbe proprio vederlo.
- Vediamo di imparare qualcosa di nuovo... può sempre essere utile... e ovviamente è sempre necessario.
- Basta così. Ho finito le motivazioni. Credo.
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