Circa tre settimane fa ero in treno, di ritono da una pulitissima, ma un po' spenta Trento. Vagavamo, io e mia sorella, tra i corridoi affollati, quando finamente abbiamo scovato due posticini in uno scompartimento miracolosamente sfuggito alla massa di chiassosi viaggiatori di ritorno dalla settimana bianca...
In quello scompartimento abbiamo conosciuto due ragazzi americani, Jimmy e Jeremy, due soldati dell'American Army a spasso per l'Europa e diretti a Firenze.
Abbiamo chiacchirato del più e del meno, di chi fossero, da dove venissero, cose così...
Dopo due missioni in Iraq di 15 e 13 mesi, avevano deciso di prendersi una vacanza... Francoforte, Monaco, Praga e Firenze... per poi far ritorno a casa, a Woshington DC.
Scivolando tra un argomento e l'altro, siam finiti a parlare di politica.
Politica e guerra.
La guerra... l'avevano vista, ma ne parlavano con una strana ed inaspettata leggerezza...
Jimmy ci ha lasciate per un attimo interdette... diceva esser stato più difficile "sopravvivere" ad una serata a base d'assenzio a Praga piutosto che alla guerra.
Jeremy raccontava e parlava con più serietà e intelligenza... rifletteva... trovava strano ed innaturale che durante le vere e proprie azioni di guerra fossero morti così pochi soldati, mentre durante l'opera di ricostruzione ne fossero stati ammazzati a migliaia.
5 anni dall'inizio della guerra e 4000 soldati americani uccisi.
I civili non erano nelle sue parole presenti.
In quelle parole non c'era però cattiveria, nè sete di sangue o brama di potere. No, affatto.
C'era qualcosa di diverso... c'era la reale convinzione di essere nel pieno diritto di trovarsi laggiù...
C'era la convinzione di star facendo un'opera nobile e generosa, di cui essere orgogliosi.
Accusava i media di raccontare solo gli aspetti truci e negativi del conflitto e del comportamento dell'esercito americano, senza prestar attenzione a ciò che di buono stavano facendo... come la ricostruzione di scuole e acquedotti...
Le sue parole mi hanno fatto venir la sensazione che quei due ragazzi, come tanti altri, non fossero altro che burattini, i cui fili erano mossi da qualcuno ben al di sopra di loro.
Gli abbiamo ricordato di Guantanamo Bay, di Abu Ghraib, gli abbiamo domandato se pensava che anche quello fosse giusto.
Ha risposto che non era giusto, ma che l'esercito americano era uno di quelli che i prigionieri li trattava meglio... che in molti paesi accadevano cose ben peggiori. Si, certo, ma può bastare questo a giustificarli?
C'era dell'altro nelle parole di quel ragazzone, c'era amarezza.
Ha detto che sarebbe stato bello viver in un mondo senza conflitti nè guerre, in cui tutti potessero star bene, in cui tutti avessero diritto a cure gratuite, ad un lavoro, a serenità. Ma ha anche detto che questa era pura utopia, che il mondo non era così.
Ovvio. Nessuno ha la pretesa di veder in un attimo trasformarsi il mondo in un piccolo paradiso felice. Nessuno ha la presunzione di pensare che in un momento tutte le persone si trasformino in esseri corretti e tolleranti, giusti ed onesti. No.
In quello scompartimento abbiamo conosciuto due ragazzi americani, Jimmy e Jeremy, due soldati dell'American Army a spasso per l'Europa e diretti a Firenze.
Abbiamo chiacchirato del più e del meno, di chi fossero, da dove venissero, cose così...
Dopo due missioni in Iraq di 15 e 13 mesi, avevano deciso di prendersi una vacanza... Francoforte, Monaco, Praga e Firenze... per poi far ritorno a casa, a Woshington DC.
Scivolando tra un argomento e l'altro, siam finiti a parlare di politica.
Politica e guerra.
La guerra... l'avevano vista, ma ne parlavano con una strana ed inaspettata leggerezza...
Jimmy ci ha lasciate per un attimo interdette... diceva esser stato più difficile "sopravvivere" ad una serata a base d'assenzio a Praga piutosto che alla guerra.
Jeremy raccontava e parlava con più serietà e intelligenza... rifletteva... trovava strano ed innaturale che durante le vere e proprie azioni di guerra fossero morti così pochi soldati, mentre durante l'opera di ricostruzione ne fossero stati ammazzati a migliaia.
5 anni dall'inizio della guerra e 4000 soldati americani uccisi.
I civili non erano nelle sue parole presenti.
In quelle parole non c'era però cattiveria, nè sete di sangue o brama di potere. No, affatto.
C'era qualcosa di diverso... c'era la reale convinzione di essere nel pieno diritto di trovarsi laggiù...
C'era la convinzione di star facendo un'opera nobile e generosa, di cui essere orgogliosi.
Accusava i media di raccontare solo gli aspetti truci e negativi del conflitto e del comportamento dell'esercito americano, senza prestar attenzione a ciò che di buono stavano facendo... come la ricostruzione di scuole e acquedotti...
Le sue parole mi hanno fatto venir la sensazione che quei due ragazzi, come tanti altri, non fossero altro che burattini, i cui fili erano mossi da qualcuno ben al di sopra di loro.
Gli abbiamo ricordato di Guantanamo Bay, di Abu Ghraib, gli abbiamo domandato se pensava che anche quello fosse giusto.
Ha risposto che non era giusto, ma che l'esercito americano era uno di quelli che i prigionieri li trattava meglio... che in molti paesi accadevano cose ben peggiori. Si, certo, ma può bastare questo a giustificarli?
C'era dell'altro nelle parole di quel ragazzone, c'era amarezza.
Ha detto che sarebbe stato bello viver in un mondo senza conflitti nè guerre, in cui tutti potessero star bene, in cui tutti avessero diritto a cure gratuite, ad un lavoro, a serenità. Ma ha anche detto che questa era pura utopia, che il mondo non era così.
Ovvio. Nessuno ha la pretesa di veder in un attimo trasformarsi il mondo in un piccolo paradiso felice. Nessuno ha la presunzione di pensare che in un momento tutte le persone si trasformino in esseri corretti e tolleranti, giusti ed onesti. No.
Ma avere la pretesa di indignarsi ed opporsi e rifiutare con tutto il proprio essere che un uomo venga torturato, picchiato, umiliato e spogliato di tutta la sua dignità, quello è possibile... quello è quasi un dovere.
4 commenti:
Ahhhhhhhhhhhh ora ho capito..... ecco a ki erano rivolte le frecce... finalmente hai fatto un passo falso... e io ho ghermito subito la preda... brava brava brava... IMBROCCONA!!!!!!!
:D CIAO CIAO
Nicco non capisci veramente una mazza!!! Più lontano di così non potevi proprio finire!!! Ora secondo te io avrei perso la testa per due soldati americani con cui ho fatto quattro ore di viaggio assieme!??!?!?!??! Sei proprio di fuori!!! AHAHAHAH!!! =P
parinaaaaaaaaaaaaaaaa....
cmq ti ho fatta sbilanciare, hai ammesso che il tuo lui non è tanto lontano!!!!! hihihihihihi :D
pulciottino bello...Auguri!qualunque sia la festa...
Tanto tra un po'ti chiamo...Scrivo due righe giusto per imbrattarti il blog..
Comunque son piu serena perche le "zie"sono arrivate... ;)
che bel biscottino che sei!! ahahahahah
bacio
e ricordati che lunedi sei a cena da me....muahahahahah
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