lunedì 27 ottobre 2008

L'ipotesi di Calamandrei. Solo un'ipotesi??

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.
"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasfornare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico".

(Pubblicato sulla rivista “Scuola democratica”, 20 marzo 1950).

giovedì 23 ottobre 2008

Thank you Jeff

Ci sono momenti in cui ostinatamente ti rifiuti di parlare di cosa ti sta accadendo, anche con le persone più care che hai, anche con chi pagherebbe per sapere cosa ti frulla in quella testolina malata. Non parli. Sempliemente ti rifiuti di fare un discorso sensato sui pensieri che si scontrano nella tua testa.
Poi ricevi un piccolo piccolo messaggio da una persona conosciuta per caso, molto lontana, ma non sai perchè gentilmente vicina... "Silvia, are you ok??"
...e così imcominci a parlare. Parli in una lingua che non è la tua, con una persona che si trova a più di 6000km di distanza, ma che credi capirà.
E' una persona molto gentile, molto dolce, sensibile anche e soprattutto è una persona che non penserà nemeno lontanamente che ciò che dici sia stupido, senza senso e un po' patetico.
Lui starà ad ascoltare e risponderà come meglio potrà, con tutto il cuore e tutta la gentilezza di cui sarà capace.
E' così, ha risposto, e le sue parole mi hanno quasi commosso...
"You know i cant imagine how many times i wake up, in bed feel like life is just not as beautiful as i expected, days where getting out of bed does not seem worth it, but the truth is it only gets worse before things get better. [...] for you i pray for happiness, and sucess, and you need to promise me that you will take good care of yourself. :) to be honest sometimes i find this world a cold and tough one. sometimes when i see love all around me, but i myslef i cant touch it, i feel sad. but it makes me feel better when i realize that why should i worry? good things happen to those who wait. i know you must feel really outa place sometimes, but for you i hope that when times get depressing, you find one small beautiful thing wether it be the stars, a small child, or even an email from your american friend to make you smile. you know that anytime, night or day im only a click away, and while we may not be attached that close, it is in our hearts that we are. i hope the very best and i promise you love is going to sweep you off your feet when you least expect it!".
Grazie Jeff. Grazie davvero.
My dear american friend, today you made me smile, made me smile, made me smile... And I felt you closer than a lot of people I have around me. I felt you in my heart. I'll try to take care of myself, I promise, and I'll do it even for you.

martedì 21 ottobre 2008

Amici di Cabiria - Jimmy della Collina

Anno 2006 Durata 86min Genere DRAMMATICO Regia Enrico Pau
Tratto da dal romanzo omonimo di Massimo Carlotto (Edizioni E.L.)

"Jimmy ha quasi diciotto anni e non ha ancora ben chiaro come sarà il suo futuro. Nato in una famiglia di operai, è cresciuto nella cittadina industriale di Sarroch, in Sardegna, ma non è certo un lavoro in fabbrica quello che vuole dalla vita. A causa del suo temperamento ribelle, finisce in un carc
ere minorile dove è costretto ad affrontare angosce e violenze, ma dove, nel corso di una lunga notte, cercherà riscatto tentando allo stesso tempo di sfuggire alla propria tendenza verso l'autodistruzione".
A tratti un po' lento e silenzioso, è doveroso ammetterlo, ma comunque un bel film italiano,
drammatico ma non banale.

mercoledì 15 ottobre 2008

domenica 12 ottobre 2008

Laughing with no happiness

Settimana molto intensa quella appena passata! Settimana del mio 20esimo compleanno!!!
Ma oltre a questo, martedì ero fuori con Alex, mercoledì con quelli dell'università, giovedì fuori a pranzo, venerdì ho fatto le 3 dopo un home-made african dinner (slurp!!) e per concludere sabato di nuovo fuori, Miracolo a S. Anna (il finale Spike l'ha proprio scazzato!!) e quattro pacevoli chiacchiere con la Cate... e tra una cosa e l'altra eran le 2!
Insomma, tutta vita, o così pare.
Mi tengo occupata.
Però non basta. Anche se tra la gente, anche ridendo, non rido veramente. I'm laughing with no happiness lately.
Non che stia male tra la gente, venerdì è stata una splendida serata, con persone valide, molto valide, con persone che mi vogliono bene e, a parte la delusione che nn mi sarei mai aspettata dalla Dania, il resto è stato bello. Bello. La cena buona, le pesone ancora meglio.
Però non lo so. Non basta.
Può forse bastare per una serata, ma non può bastare per la vita.
Io non riesco a ridere con quel trasoporto e quella naturale spontanetà che contraddistingue piccoli attimi felici. Non ci riesco più da un po'.
Amarezza, un po' di tristezza, delusione per le aspettative che si infrangono nel nulla... ogni volta un po' di linfa vitale in meno.
Bisognerebbe non aspettarsi nulla dalla vita e dalla gente per essere sempre appagati...
La persone cambiano ed è a volte così difficile rendersi conto della differenza tra ricordo e realtà.
Non voglio accontentarmi, odio l'idea di farlo, non capisco quelli che continuano a tenersi una realtà che non amano più solo perchè è difficile dire addio ed è ancora più difficile separarsi dalla dipendenza da persone e affetti che inevitabilmente ci appartiene.
Però non ha senso accontentarsi per paura di non poter trovare di meglio.
Io voglio trovare il mio meglio.
Forse è questo che manca, che mi fa ridere senza felicità.
Dove sei caro meglio? Ti cerco. Ti aspetto.