domenica 31 ottobre 2010

...e a proposito di file indiane mi viene da pensare "e se io fossi quella che chiude la fila?". Cazzo!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Poi in privato me la spieghi...

K

Anonimo ha detto...

La fila indiana.

"...La camminata ha particolari implicazioni tra gli indios e ci sono delle differenze basilari con il camminare degli occidentali. Come occidentali, tendiamo a pensare che lo spostamento possieda due punti principali: l'inizio e la fine. Cosi un viaggio qualunque, sia a piedi che su un veicolo, diventa privo di interesse nei tratti intermedi. Quello che conta é arrivare, quanto prima tanto meglio. Camminare serve solo per arrivare e quindi, lungo l'itinerario, la caratteristica predominante sar° l'ansia di arrivare. Oppure, al contrario, I'ansia per ciò che si é lasciato indietro. Il fatto é che l'uomo moderno ha una seria difficolta a collocarsi dove realmente si trova: qui e ora. Così in occidente la camminata, nella misura in cui é solo un mezzo per raggiungere un posto, e di solito faticosa e si desidera che termini al più presto possibile.Ma la fatica dipende più dall'energia sprecata che dall'energia necessaria per camminare. Sprechiamo energia soprattutto concentrandoci sui nostri pensieri invece che sull' azione reale del nostro corpo. Camminare in modo disattento non solo stanca, ma é anche pericoloso. Per questo la maggior parte delle persone hanno paura di camminare in posti che non conoscono, di camminare di notte, o semplicemente di camminare in generale. E' tipico, quando si cammina, pensare a ciò che abbiamo lasciato indietro (il passato), o a ciò che supponiamo ci aspetti (il futuro), ma difficilmente riusciamo a situarci nella realtà (il presente). L'indio al contrario, dopo secoli di viaggi a piedi, sa che una camminata é - oltre che un mezzo per arrivare da qualche parte - il mezzo per essere dove si é. Sa che é possibile e benefico camminare per camminare, per il puro godimento di muoversi. Se si dirige in qualche posto in particolare, sa che una camminata, per lunga che sia, é fatta di un passo alla volta. Si colloca nel presente e non si occupa del futuro, eccetto che per progettare una strategia. Ma una volta che l'ha decisa, si dimentica del futuro fino a quando questo non diventa a sua volta presente. E' per questo che l'indio, quando cammina, non guarda in avanti, o verso la cima della montagna che sta salendo, ma guarda la terra sotto i suoi piedi. Se vuole ammirare il paesaggio, si ferma e lo ammira, per poi continuare a camminare. La camminata dell'indio é una camminata del qui e ora e non del prima e dopo..."