domenica 6 febbraio 2011

Ri(a)mami.

...e guardo fuori dalla finestra e vedo quel muro solito che tu sai.
Come riescano certe cose a rimanere sempre uguali io ancora non l'ho ben capito. C'è da dire che non tutto è uguale uguale: innanzitutto il mio status di studentessa si è evoluto in quello di momentaneamente (e non si sa per quanto) disoccupata. Alla faccia di chi da tre anni a questa parte è andato dicendo "ma allora il lavoro lo trovi subito". SUBITO!
Vabbè, tocca vagliare ipotesi nuove: fuori regione, fuori Paese? Basta che non sia fuori di testa.
Appunto. La testa. Dove si è cacciata?


Se ne è andata.


Passeggiava un giorno, no non un giorno, una bella mattina di estate, col sole in lenta ascesa a promettere calore, tra le meraviglie e le nebbie dei ricordi di un sogno.
Ignara, inconsapevole, serenamente instabile se ne stava a dondolare tra lo ieri che è già oggi e l'oggi che è ancora ieri.
L'attenzione, svogliata compagna di avventure, fu da richiamare a razional dovere. Qualcosa, quel giorno, imponeva il suo lucido parere.
Si stiracchiò allora l'attenzione, ancora mezza addormentata.
Cosa potrà mai esserci di così urgente? pensò un po' arrabbiata.
La risposta arrivò vibrando fieramente: non c'è, né mai ci sarà, niente!
L'attenzione un po' sconvolta, si guardò attorno e non seppe dove andare: ovunque guardasse, le veniva il mal di mare.
Proprio oggi - esclamò - oggi che mi volevo riposare.
Non ti lamentare - le rispose la testa quando si sentì più controllata - siamo in vacanza, siamo al mare, ma nemmeno io smetto mai di lavorare.
Ma una pausa si sa, ad un certo punto una pausa è necessaria.
La testa lo sapeva: fece la valigia e partì con un'aria da falsa spensierata.
Da quel giorno non è più tornata.

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