martedì 21 dicembre 2010

Sclero di un giorno di lezione (almeno un anno fa)

Dici tutto, ma non dici nulla.
La libertà non è solo questione mentale. La libertà la cerchiamo in ogni istante: nella realtà, nelle persone che incrociamo, nei gesti che facciamo o che vorremmo fare. La libertà è piccola, è pulita.
Liberi con se stessi, liberi da se stessi.
Tutto ci può incatenare ad una non-libertà, ma solo nel momento in cui lo percepiamo come vincolante e nel momento in cui permettiamo a noi stessi di non essere liberi.
Forse libertà è un modo di essere che non tutti possono sperimentare.
Forse, c'è talmente tanto che ci lega che è semplicemente impossibile essere liberi.
Non lo so. Che cos'è libertà? E' quello che noi decidiamo essere tale. Solo un'idea?
Io non credo.
Perché trovo libertà in una carezza, trovo libertà in una parola, trovo libertà in una mente che vaga e si lascia cullare tra il tutto e il niente.
Trovo libertà in ciò che non capisco e in ciò che non riesco a spiegare. Anche se poi magari è proprio quello che mi imprigiona.
Certe cose vanno semplicemente accolte senza troppe domande.
Si spiega tutto, ma non si è spiegato nulla.

giovedì 2 dicembre 2010

verità d'infanzia e di vita

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù...
il che conferma che
"la vita sarebbe insostenibile se non ci raccontassimo delle balle".

sabato 27 novembre 2010

La fine è il mio inizio

LAUREATA!!!
Inaspettatamente,
e con largo anticipo,
è successo!
E' arrivata la fine
che è più di un inizio..

domenica 31 ottobre 2010

...e a proposito di file indiane mi viene da pensare "e se io fossi quella che chiude la fila?". Cazzo!

lunedì 25 ottobre 2010

Non disturbo. Tendenzialmente.
Puttosto mi ritiro in disparte, senza chiedere, senza pretendere.
Ascolto le gioie altrui, le miserie altrui. Cerco di condividerle per come posso, per quanto posso.
Mi accorgo che spesso le proprie miserie sono interessanti solo per se stessi. Tutti in attesa del la, per far uscire il fiume di note che cantano di gioie e dolori, di viaggi ed amori.
Melodie un po' stonate.
Cerchiamo, senza ammetterlo pretendiamo, che anche il mondo degli altri si fermi ad osservare noi. Sperando nella "naturale" attenzione di chi ci circonda. La vorremmo spontanea, ma in ogni momento la falsiamo con gesti e allusioni, parole e teatralità.
Vorremmo attenzione. Sempre.
E c'è chi si spinge e spinge e spinge in fantasiose esibizioni fino ad ottenerla.. e poi c'è chi, semplicemente, ci rinuncia.
Chi dice che in fondo non importa, che ognuno ha la sua vita ed una vita può essere sufficiente ad incasinarti senza il bisogno di aggiungere le vite degli altri.

Condanniamo continuamente il comportamento di chi non ci ascolta abbastanza, non ci parla abbastanza, non ci cerca abbastanza. E senza rendersene conto ci ferisce abbastanza.
Il fatto è che crediamo che il tempo per un come stai? sia d'obbligo trovarlo, ma anche gli altri sono in attesa dei loro come stai.
Come in una fila indiana: la persona che guardi ti dà le spalle e non riesci a vedere quelli che, da dietro, guardano te.
E' strano e pure un po' difficile, ma dovremmo voltarci ogni tanto.

sabato 2 ottobre 2010

beg-ending

Ho finito gli esami. Settembre si è concluso mettendo un punto anche a questi tre anni di università.. sembra che il tempo sia volato, chiudo gli occhi un momento e riaprendoli scopro un mondo diverso, tre anni più vecchio.
Adesso tento l'impossibile. Un mese poco più per inventare una tesi, preparare l'esame di stato, provare a laurearmi. Mi hanno convinto!
Tanto per non tradire mai la sottile arte del complicar le cose. E brava Silvia!
Ancora dubito di poterci riuscire, ma quello che serviva non erano che poche ore di fiduciosa convinzione (speranza??) e per questo sono bastate una serata e qualche telefonata.. Con una corsa contro il tempo verso Careggi sono in lista per Novembre.
Pare proprio che ci sarà da ringraziare qualcuno.
Grazie caro qualcuno.
Se davvero ce la facessi, vorrebbe dire avvicinarsi all'Africa (sei tu febbraio che ci porterai lontano?), un progetto che comincia a prender forma, un partenza che eccita e fa paura.
Riusciremo poi a partire? E come poi ci accoglierà quella terra tanto calda e assetata?
Quanto diversi ci lascierà tornare indietro?
Sento forte il desiderio di partire.
Un po' per gli altri , un po' per me stessa.
Un po' per quegli sguardi che non sai se contengono più domande o risposte.
Ma ogni giorno qualcosa in più, qualcosa di diverso, mi sussurra di partire per quella terra misteriosa.
Respirarne il profumo, toccarne la terra, guardare come di niente si possa vivere e di niente si possa anche morire.
Allontanarsi da questa viziata superficialità, da questo esser tristi per nulla e creder miserie le annoiate assenze.
Mi sento, ultimamente, come la terra su cui arranco. Sempre mezza in ombra e mezza in luce.
E già so che la luce scivola lentamente verso l'ombra (perchè la terra gira,vero?). E allora perchè non riesco a consolarmi del fatto che anche l'ombra è destinata a tornar luce?
Mi faccio rabbia. Profondamente.
E mi sento pesciolino nero in una vasca di allegri pesci rossi.
E tra gli sguardi della gente che son rimproveri, sono un libro scritto in una lingua dimenticata.

venerdì 17 settembre 2010

Martina M. nel mondo dei lapsus freudiani!

Ma ti metti le scarpe col pacco stasera?

Io pensavo di si

Cosi a cazzeggio

Mi porto una borsa vecchia di mia zia

Vedo se riesco a dargli un po di cera per ravvivarla

Cosi il colore del cuoio si intona con l'applicazione delle scarpe

Cosi saro fashion

E tutti gli uomini mi cadranno ai piedi

(Solo perche te gli farai uno sgambetto al momento opportuno, però lo devi far sembrare naturale, dettato da sincero stordimento di fronte a cotanta bellezza-la mia!)

Dopodichè si alzeranno e cercheranno di balbettare qualche scusa, insieme a dei complimenti sulla mia bellettitudine

"Scusami, non volevo.. sono inciampato.. non so dove, non so perchè.. anzi, forse lo so perche.. lo vuoi sapere perchè?"

A quel punto rispondero:no! non lo voglio sapere..me lo immagino..

Dopo questa frase ammicchero con fare seducente..

Interrompendo la sua/la loro spiegazione..

Se alludessero al tuo sgambetto tutto perderebbe di significato

Mentre se glisso con intrigante savoir faire il tutto sembrera una scena tratta da qualche film anni 80, in cui , con capelli cotonati, rossetto e sigaretta penzolante dalle labbra tengo in pugno tutto il manipolo di uomini come fossero mosche.
Te lo pubblico pulciottino bello!! Allineato a destra come piace a te e naturalmente verde! Ti adoro!!

martedì 14 settembre 2010

Aspettando l'alba

Respira.
E' solo un momento,
un attimo spento
di ombre e timori.

domenica 5 settembre 2010

Parla(r)mi

Silenzio.
Tendo l'orecchio.
Silenzio.
Non ci sono parole.
Silenzio.
Un sussurro lontano.
Ascolto.
Si fa più distinto.
Musica leggera, parole pesanti.
Intonazioni familiari, contenuti già noti.
I miei pensieri reclamano ascolto.
Ogni volta.

mercoledì 1 settembre 2010

Noto che, bhè, è già il primo di Settembre.
Settembre.
Mese voluto e temuto.
Sono esami, esami continuamente.
Esami all'università.
Esaminata dagli altri.
Esami nella vita.
Esaminata molto più da me stessa.
Mah.
Esamino, già che ci sono, pure la realtà che si affaccia qua attorno.
Scopro il lento declinare, morire dei rapporti che hanno caratterizzato questi tre anni di università che volgono al termine.
Ognuno già percorre la sua strada.
La mia porta lontano da qui, lontano dagli altri.
Una cena che mostra che c'è già così poco da spartire, da condividere, da raccontare.
A nessuno importa poi molto.
A me importa poi molto?
Forse sono io che sono incapace ultimamente di stare con gli altri, di parlare invece di gurdarmi attorno, di scoprire ciò che di nuovo c'è da scoprire, di assaporare cose vecchie e cose nuove.
Ferisce me per prima il non gioire di un momento, di un commento.
Chiedo scusa a chi trascuro, a chi metto da parte.
Chiedo scusa anche, e forse di pià, a chi invece considero troppo.
A quelli di cui ho un bisogno attanagliante.
A quelli a cui non so rinunciare.
Insegnatemi, per amore o per pietà, come si fa a fare di un bisogno solo un desiderio.

Si sta, un po' persi, dentro questa realtà

Ho dovuto guardarti con la coda dell'occhio.
Io mi sento da buttare via, ma ammazzo anche il caffè.
Ho dovuto ascoltarti dalle parole degli altri.
Finiti tutti i ricordi resto solo coi sogni
Ho dovuto parlarti col linguaggio dei segni.
e faccio quello che mi va, anche tu fai quello che mi va,
Ho potuto toccarti solo su una fotografia.
come è bello sognare, molto meglio che stare qua.

lunedì 30 agosto 2010

Mi riservo, con fermezza, il diritto di contraddirmi

Mi contraddico.
Quando mi giro, ma volto la testa per guardare.
Quando affermo con cipiglio che non me ne frega niente. Anche un estraneo, ed è successo, mi guarda e afferma di non crederci.
Mi contraddico quando tengo alle persone con cui non riesco a stare.
Quando chiamo solitudine per desiderare presenza.
Quando sorrido piangendo.
E piango ridendo.
Quando per rinunciare ammazzo la speranza.
Quando parto per fuggire e non per esplorare.
Mi contraddico.
Lo faccio abitualmente, lo faccio con un niente che è difficile afferrare.

venerdì 30 luglio 2010

Black

Disillusioni e delusioni. Com'è che arrivano sempre puntuali ed immancabili?
Uno schiaffo improvviso.
La fatica di mille giorni spesi a far finta di niente, a ignorare il dolore, ad accettare l'assenza.
Non serve a nulla.
Non vale nulla.
Aprire gli occhi mentre la commedia si trasforma in tragedia.
E aspettare
aspettare sempre
aspettare ancora.
Aspettare una parola, un sorriso, un abbraccio.
Comprensione almeno.
Nemmeno.
Aver bisogno di sapere che andrà tutto bene, che le cose torneranno come prima, meglio di prima.. più semplici.
E invece tutto quello che sento sono accuse, tutto quello che vedo è indifferenza.
E' una pugnalata.
Aver creduto di respirare, di poter sentirsi leggeri.. un po' più sereni.
Un inganno.
Come sanno deluderti le persone a cui tieni, come sanno ferirti.
Costringersi a far finta di niente,
a non cercarti,
ad aspettare che tu decida di aver voglia di parlare.
Non sarà forse la fine del mondo,
per te non sarà forse proprio niente.
Per me,
piove non solo fuori dalla mia finestra.

giovedì 29 luglio 2010

Black

Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay
Were laid spread out before me as her body once did
All five horizons revolved around her soul
As the earth to the sun
Now the air I tasted and breathed has taken a turn
Ooh, and all I taught her was everything
Ooh, I know she gave me all that she wore
And now my bitter hands chafe beneath the clouds
Of what was everything
Oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything...
I take a walk outside
I'm surrounded by some kids at play
I can feel their laughter, so why do I sear
Oh, and twisted thoughts that spin round my head
I'm spinning, oh, I'm spinning
How quick the sun can, drop away
And now my bitter hands cradle broken glass
Of what was everything?
All the pictures have all been washed in black, tattooed everything...
All the love gone bad turned my world to black
Tattooed all I see, all that I am, all that I'll be...yeah...
I know someday you'll have a beautiful life, I know you'll be a star
In somebody else's sky, but why
Why, why can't it be, why can't it be mine

venerdì 9 luglio 2010

just breath, please.

Nervosa da morire

e un po' arrabbiata

e molto incasinata

e questo è quanto.

giovedì 1 luglio 2010

Stillness of heart

I'm out here on the street
There's no one left to meet
The things that were so sweet
No longer move my feet
But I keep trying
I keep on trying

All that I want is
Stillness of heart
So I can start
To find my way
Out of the dark
And into your heart

I got more than I can eat
A life that can't be beat
Yet still I feel this heat
I'm feeling incomplete
What am I buying?
My soul is crying

All that I want is
Stillness of heart
So I can start
To find my way
Out of the dark
And into your heart

Where's the love?
What is this world we live in?
Where's the love?
We've got to keep on giving
Where's the love?
What happened to forgiving?
Anyone?

All that I want is
Stillness of heart
So I can start
To find my way
Out of the dark
And into your heart


Lenny Kravitz

domenica 27 giugno 2010

Notti bianche

Notti strane.
Notte da umore che cambia senza un perchè.
Notti da pensieri nascosti, pensieri pensati, pensieri malati.
Notti di incontri che arrivano dal passato a dire "ciao, come va?"
Desiderare la compagnia di chi non si ha, di chi se ne va.. Un assente immancabilmente presente.
Perdersi dentro un pensiero, aspettare Godot. Ma già si sa, Godot non arriverà.
Rimanere così, divisi tra il saputo e il voluto.
Voglia di parlare, di raccontare.
Voglia di dire tutto senza dover dire nulla, con la comprensione di una parola sola. E una mano tesa in attesa.
Voglia di presenza.
Resta solo un momento, prima che arrivi il sonno a reclamarmi col suo dolce oblio
.

lunedì 31 maggio 2010

poesie..

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
-A.M.-

into the time

Il passato è un laccio che
stringe la gola alla mia mente e
toglie energie per affrontare il mio presente.
Devo liberarmi del tempo e
vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.
- A.M. -

giovedì 27 maggio 2010

Born in the happiness corridor 2010

Probably this is the best time of our life
surfing on the highest wave
Drinking from the same glass
Grape

Enjoying the same cigarro

Fa che succeda stanotte
Laat het vanavond gebeuren

Speaking the strong language of a winning team
Climbing up the highest mountains
It’s hot in here you can touch it
catching the soundwhile breaking through a wall
Feeling the love, the friendship, the power of freedom…
Here…warm and passion..
Outside…cold and snow…

There is no other place where we would like to be right now…
Our eyes are opened to the world..
They are exploring it like a child does..

Beerpong, soccer, barbecue, …
Always something going on…

someone leaves..someone comes..
like in a station where you have to catch the last train..
so you don`t lose the real opportunity to be happy..

There are no borders
Everything is possible
As long as we are together…

Unexpected..
Closer than we could ever have imagined..
Like a family…

Forever and ever we will keep each other in our hearts
That`s the spirit of the moment

domenica 25 aprile 2010

Life as I don't know it

I like Stockholm.
1 month and 25 days since my arrival in Sweden.
Sometimes I feel as if I'm living a different life.
There's nothing here that really link me to my life in Italy. Not Eleonora nor myself.
It's only when I talk to someone that is there but is always with me that I have the feeling to move in time and space. And I find myself in Italy again in some undefined moment that is not now.
Does it make any sense?
I spent the last week-end in Riga. Can't actually say that I've seen a lot in those 5 hours I've been there, but from what I saw I can tell that is really nice. It has the flavor of old city that I like so much, some Art Nouveau houses coming out from nowhere, some out of time streets in which is always nice to get lost.
And moving on the Baltic Sea and admiring the sun rapidly disappearing over the edge of the visible is always enchanting.
I've been spending a lot of time with all the people that are sharing this experience with me, but lately I've been also trying to take some time to stay on my own.
I'm really trying to be someone who can easily get along with everybody, but it is not so easy, at least it is not easy to enter deeply in contact with people who does not know me.
And I'm not so sure I'm able to let the other know me.
I should find the right way to give enough and take and enjoy what the other are giving away.
I have the stupid habit to write when I'm not in an easy mood, when I'm not relaxed at all and I feel that I really miss somebody and something.
But despite this portrait of an unsatisfied silly, I am really glad to be here and I love to explore and find every day something new both in the city and in the people who surround me.
And this can be enough to bear every moment of loneliness or sadness or silliness in which I often seem to stumble on.

martedì 9 marzo 2010

From Sweden

A Stoccolma da una settimana.
Posto nuovo, nuova latitudine, nuovo paesaggio, nuova temperatura.
Casa nuova, room n° 429 in Armégatan 32, comunemente conosciuto come Strix.
Nuovi vicini di casa e, giuro, non sento la mancanza di quelli vecchi.
Scendere al primo piano dall'Ele, abitare nella sua cucina non triste. Accendere il bollitore e farsi un the.
Incontrare persone dal mondo, avere la voglia di conoscerle.
Abituarsi alla neve, sentire il proprio equilibrio farsi altamente instabile sul ghiaccio.
Andare all'IKEA con uno spagnolo entusiasta, mangiare kottbullar (polpettine svedese) con salsa ai mirtilli.
Sentire il tepore dei primi soli, vedere la neve brillare di mille scintille.
E poi?
Uscire la sera con un italiano ed una trentenne improbabile. Andare allo Scandic e pagare 1 campari ---> 11 EURO!! Chiaramente non ha prezzo!
Mangiare un muffin al cioccolato.
Vedere Gamla Stan e il vicolo più stretto della città, andare al Tekniska Museet e sfidare l'Ele con un magnete e una pallina. Batterla con calma e concentrazione grazie alle onde del mio cervello!?!?
Fare la spesa. In cinque supermercati diversi.
Andare a Sigtuna, piccola e vecchia cittadina immersa nella neve, municipio più piccolo di Scandinavia. Passeggiare sul lago ghiacchiato, toccare l'acqua al di sotto grazie ai buchi dei pescatori.
Riscaldarsi con un the da Tante Brum, gustare un Semla.
Passeggiare nella bianca pace dello Skogskyrkogarden (il Cimitero nel Bosco), compiere una piccola impresa "scalando" 100 metri di collinetta innevata. Sprofondare improvvisamente nella neve. Raggingere la cima per scoprire che dalla parte opposta la strada era molto più semplice!
Scacciare i momenti di malinconia quando l'idea di distendersi nel bianco e chiudere gli occhi diventa allettante.
Aspettare e assaporare le cose della vita.
Vivere un po'.

domenica 28 febbraio 2010

TIme to go!

E' arrivato il momento, il mio time to go, to leave, to explore.
Domani sarò in terra straniera, in terra svedese.
Domani sarà nuova vita.
E allora saluta tutti, abbraccia le persone il cui abbraccio è per te morfina, dì le cose che devi dire per sentirti più tranquilla, fai le cose che è giusto fare, che son necessarie.
Respira. Guarda avanti. Il futuro vuole essere vissuto.

lunedì 8 febbraio 2010

Wrong

C'è qualcosa di sbagliato.
C'è tanto di sbagliato nel vedere e sentire un uomo star male.
C'è tanto di sbagliato nel non poter far nulla per rimediare agli scherzi della vita.
Parli con parte del tuo passato, parli con parte del tuo futuro e ci sono silenzio e urla.
Silenzio e urla.
Gridano entrambi e non sono capace di farli smettere.
Il mio cuore sta scoppiando e uscendo fuori con tutte queste lacrime, mi hai detto. Vorrei raccogliere quelle lacrime una ad una, ricomporre quel cuore e porgertelo. Nuovo. Forte.
C'è qualcosa di sbagliato nel non sapere, nel non capire, nel non essere abbastanza.
Nella desolazione che vedi, in quella che senti, in quella che c'è non so indicarti un luogo abbastanza solido da potertici aggrappare. Ti tendo la mano, ma forse è lontana, difficile da afferrare.
Come posso darti la forza di tenere duro, di resistere e caricarti ancora su quelle fragili spalle tutto ciò che di sbagliato ti cade addosso?
Me lo domando. Mi struggo pensando a come poter essere salvagente.
E' così difficile essere il salvagente.
E' ancora più difficile, mentre stai annegando, trovare lo slancio necessario ad afferrare il salvagente. Abbandonarsi alla corrente non è tentazione irresistibile?
Vorrei che resistessi ancora un poco.
Vorrei poter essere se non la nave che ti porta in salvo, almeno la piccola zattera che ti sostiene per un po'.
Sento stupide le mie miserie inutili, che pure mi travolgono a volte senza pietà e penso che in fondo non sono niente, non valgono niente.
E penso a te. Penso a voi.
E vorrei essere salvagente. Vorrei esserlo per entrambi i miei tristi giovani uomini.

domenica 31 gennaio 2010

Felicità - Fabio Volo

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...
La felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose...
E impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi...
E impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore...
E impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

martedì 19 gennaio 2010

Confused

Ma la tristezza durava, immersa nella sabbia, correva sul mare, urlava sulla scogliera.
"Perchè sei così triste, donna?"
"Non sono triste. E' così"
"E' così forte che non puoi dimenticare?"
"E' così"
"Allora?"
"Allora fa male"
"Senza più sapore in bocca"
"Fa male"
"Senza gioia nel cuore"
"Fa male"

domenica 10 gennaio 2010

NeWyEaR

Nuovo anno. 2010. Da 10 giorni.
Anno della partenza. Poco più di un mese e mezzo e si parte! Son contenta di partire, son contenta di fuggire, son contenta di vivere altrove per un po'.
Penso che sentirò la mancanza di qualcuno, di una conversazione leggera o di una un poco più seria... ma non lo so, sento che partire mi farà bene.
Un po' di vita nuova, fresca e, perchè no, leggera.
2010. Anno nuovo.
Inaugurarlo con un mare d'acqua salata non è forse stata la migliore delle idee... forse perchè non è stata affatto un'idea... so silly!
Piangere tra due braccia amiche, aggrapparsi disperatamente ad un salvagente, farsi portare a riva...
Quasi sorrido di quella bambina incerta, uscita allo scoperto così all'improvviso. Arrivata da lontano, spossata dal lungo viaggio e così inconsapevole del futuro, delle persone, di se stessa.
Animo inquieto, animo incerto. Perchè piangere poi?
Lo sa, non lo sa. Non lo vuole sapere, non lo vuole indovinare.
Capire tutto, ma non capire niente.

Le parole del mare

"E il mare era per me, e lo è ancora, la più promettente e seduttiva pagina bianca. La pagina non ancora scritta, il sogno non ancora realizzato, il desiderio no nancora estinto, la fuga non ancora portata a compimento, l'assenza che suggerisce la presenza, l'inizio che non ha fine. Nella sua distesa luminosa e sconfinata, nei suoi abissi sconosciuti, diventa facile e quasi inevitabile trovare una metafora vivente alla propria irrequietezza, all'istinto di libertà, alle paure e all'inesplorata e profonda regione dell'anima".